Soprannome: Il cardinale di Ravenna
Nascita: Firenze, 29 ottobre 1497
Morte: Firenze, 21 settembre 1549
Intestazioni di autorità:- Accolti, Benedetto (Firenze 1497 - Firenze 1549), Regole SIASFi; SIUSA/NIERA
Note biografiche:Benedetto Accolti nacque a Firenze nel 1497 da Michele e Lucrezia di Giovanni Alamanni. Compiuti gli studi giuridici a Pisa, venne introdotto alla carriera ecclesiastica dall'influente zio, il cardinale Pietro Accolti, il quale gli fece assegnare il proprio vescovado di Cadice nel 1521, e due anni più tardi quello di Cremona.
Aggregato al collegio dei segretari di Clemente VII, nel 1524 venne nominato dal papa vescovo di Ravenna, ed elevato alla porpora cardinalizia nel 1527. In questi anni l'Accolti ottenne anche molte amministrazioni abbaziali e vescovili e due pensioni annue da Carlo V.
Nel luglio del 1532 gli fu concessa da Clemente VII la legazione a vita della Marca, che gli conferiva ampi poteri di governo sulla provincia, con la sola esclusione della città di Ancora. Deciso ad estendere la sua giurisdizione anche sull'importante porto marchigiano, tradizionalmente attribuito ai vescovi della sua famiglia, l'Accolti tentò di impedire il proposito del papa di assoggettare la città per assegnarne il governo al nipote, il cardinale Ippolito de' Medici. Ottenuta anche la legazione di Ancona, incontrò l'ostilità dei suoi abitanti che mal sopportavano il dominio della Chiesa. Forse con il proposito di impedire un tentativo di ribellione, nel 1534 Accolti fece uccidere senza processo cinque nobili anconetani che gli erano ostili. L'episodio portò ad un inasprimento dei rapporti tra il nostro e il successore di Clemente VII, papa Paolo III Farnese che, nell'aprile del 1535, lo fece arrestare e rinchiudere in Castel S. Angelo per sottoporlo a processo. Grazie all'intervento di Carlo V e del cardinale Ercole Gonzaga, come lui ostile ai Farnese, Accolti ottenne dal papa la grazia dalla condanna a morte per alto tradimento e lesa maestà, sotto l'impegno di rilasciare una confessione scritta dei delitti dei quali era stato accusato e di pagare una penale di 56.000 scudi alla Camera Apostolica. Non è da escludere che Paolo III lo avesse fatto processare anche con il fine di impadronirsi delle sue ricchezze, ipotesi confermata dal fatto che, alla fine del processo, una parte dei benefici del cardinale passarono ai Farnese. In seguito ai fatti di Ancona, Accolti si stabilì per brevi periodi a Ravenna, Ferrara, Venezia e Roma. Trascorse gli ultimi anni a Firenze, dove ottenne, anche per interessamento di Cosimo I, la rappresentanza di Carlo V.
[espandi/riduci]È nota dell'Accolti la produzione di eleganti poesie d'ispirazione mitologica, bucolica e cristiana, così come di scritti giuridici e di devozione spirituale. La sua inclinazione per le lettere lo avvicinò ad illustri personaggi del mondo letterario e religioso dell'epoca, quali Jacopo Sadoleto, Pietro Bembo, Ludovico Ariosto, Marcantonio Flaminio, Benedetto Varchi, l'umanista Paolo Manuzio, Francesco Maria Molza, Pietro Aretino. È stato ipotizzato che facesse parte dei beni del cardinale Accolti il codice Riccardiano 1785, all'interno del quale si trovava una copia del "Beneficio di Cristo", noto trattatello eterodosso, e una silloge di scritti riguardanti la dottrina della giustificazione per fede, a conferma del suo interesse per il dibattito dottrinale di quegli anni. Il codice entrò in seguito in possesso del segretario di Cosimo I, Pierfrancesco Riccio, al quale il granduca aveva affidato l'inventario e la vendita degli immobili del cardinale. Sono attestati i rapporti epistolari che il cardinale ebbe con Giulia Gonzaga e con Juan de Valdés, teologo spagnolo intorno al quale alla fine degli anni '30 si costituì alla corte di Napoli un gruppo di intellettuali ed esponenti del mondo religioso italiano dalle inclinazioni eterodosse, i cui membri verranno in seguito denominati "valdesiani". Dall'epistolario del cardinale risultano inoltre stretti rapporti con il predicatore agostiniano più volte inquisito Andrea Ghetti da Volterra, raccomandato da Accolti a Giulia Gonzaga alla vigilia del ciclo di prediche che questi tenne a Napoli nel 1547. Lo stesso Accolti non andò esente dal sospetto di eresia. Imprigionato a Roma nel 1547 suo cugino e omonimo Benedetto Accolti, figlio naturale dello zio Pietro, gli inquisitori cercarono di estorcergli la confessione dell'eterodossia del nostro, nell'intento di processare il cardinale per privarlo dei lauti benefici ecclesiastici grazie ai quali finanziava con ingenti prestiti Cosimo I.
Morì il 21 settembre 1549 a Firenze, forse per avvelenamento.
Relazioni con altri soggetti produttori:Complessi archivistici prodotti:Fonti:- ASFi, Mediceo del Principato, 613, cc. 107r-108v, Lettera di Pier Francesco del Riccio a Cosimo I in merito alla vendita di alcuni beni dell'eredità dell'Accolti, Firenze 6 agosto 1550
- ASFi, Mediceo del Principato, 638, cc. 293r e 295r, Istruzioni di Cosimo I a Pier Francesco del Riccio in merito all'inventario dei beni del cardinale Accolti, Porto Ferraio 24 aprile 1550 e 24 agosto 1550
Bibliografia:- Carlo Capasso, Paolo III: 1534-1549, Messina, G. Principato, 1924, I, pp. 140-143
- Enea Costantini, Il Cardinal di Ravenna al governo d'Ancona e il suo processo sotto Paolo III, Pesaro, Premiato stab. tipo-litografico Federici, 1891
- Pascual De Gayangos (edited by), Calendar of Letters, Despatches, & State Papers, relating to the Negotiations between England & Spain, preserved at the Archives at Simancas & Elsewhere, London, G. A. Bergenroth, 1886, V, p. I, pp. 257-259, 537, 561-562
- Massimo Firpo, Dal sacco di Roma all'Inquisizione. Studi su Juan de Valdés e la Riforma italiana, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 1998, pp. 193-196
- Giammaria Mazzucchelli, Gli scrittori d'Italia, Brescia, Giambattista Bossini, 1753, I, p. I, pp. 62-66
- Sergio Pagano (a cura di), Il processo di Endimio Calandra e l'Inquisizione a Mantova nel 1567-1568, Città del Vaticano, Biblioteca apostolica vaticana, 1991, pp. 123-125
- Girolamo Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, Firenze, Molini, Landi, e C., 1812, VII, p. III, pp. 1387-1392
- Ludwig Von Pastor, Storia dei Papi dalla fine del Medio Evo. Compilata col sussidio dell'Archivio segreto pontificio e di molti altri archivi, Roma, Desclée & C. editori pontifici, 1942, V, pp. 204-206
- Giuseppe Bagnatori, Cartas inéditas de Alfonso de Valdés sobre la Dieta de Augsburgo in Bulletin Hispanique, LVIII/4 (1955), pp. 362-363, 374
- Salvatore Caponetto, Marco Antonio Flaminio e il cardinale di Ravenna in Bollettino della Società di Studi Valdesi, XCVII (1976), pp. 71-76
- Gigliola Fragnito, Un pratese alla corte di Cosimo I. Riflessioni e materiali per un profilo di Francesco Riccio. in Archivio storico pratese, LXII (1986), pp. 49-50
- Eugenio Massa, Accolti, Benedetto, il Giovane in Dizionario biografico degli Italiani. I, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1960 (Massa, Benedetto Accolti, 1960)
- Renzo Ristori, Benedetto Accolti: a proposito di un riformato toscano del Cinquecento (Testi e documenti) in Rinascimento. Rivista dell'Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento, a. XIII, 1962, pp. 230-231
- Arturo Segre, Un registro di lettere segrete del cardinale Ercole Gonzaga (1535-36) con un'appendice di documenti inediti (1520-48) in Miscellanea di Storia Italiana, serie III, XVI (1913)
Redazione e revisione:- Caramagno Alida, 14-MAR-05, rielaborazione
- Fattori Daniela, 20/12/2020, revisione
- Sabbatini Maura, 1996/05/27, prima redazione