complesso di fondi / superfondo
Altre denominazioni:- Atti incamerati in applicazione delle leggi eversive francesi
Estremi cronologici: sec. X ca - 1808
Consistenza: 8742 unità tra registri, buste e filze.
Storia archivistica: La documentazione che costituisce il presente complesso di archivi fu versata all'Archivio del Demanio del Dipartimento dell'Arno in seguito ai decreti di soppressione durante il periodo di dominazione francese.
Il decreto imperiale del 24 marzo 1808 decretò la soppressione di quasi tutte le corporazioni religiose, previa ricognizione dei beni mobili e immobili posseduti effettuata dai cancellieri comunitativi, da cui ebbero origine verbali, inventari e i cosiddetti "stati di consistenza". Il Demanio incamerò dunque i beni posseduti dalle Corporazioni religiose, e due ordinanze, del 16 e 29 aprile, ne stabilirono le modalità di trasferimento e sancirono la provvisoria conservazione di alcuni ordini religiosi dediti ad attività di tipo assistenziale ed educativo; furono così momentaneamente risparmiati gli Scolopi, i Buoni Fratelli di San Giovanni di Dio, i Ministri degli Infermi o Crociferi, i francescani nelle tre regole dei minori osservanti, minori riformati e cappuccini, le religiose cappuccine, convertite, poverine ed altre che servivano negli ospedali, negli istituti assistenziali e nelle scuole; anche i Cavalieri di Santo Stefano e l'ordine di Malta venivano soppressi ed i loro beni incamerati, ad eccezione delle commende di patronato privato di cui i religiosi avrebbero potuto continuare a fruire.
[espandi/riduci]Gli archivi delle singole comunità religiose provenienti dai tre Dipartimenti in cui era stata suddivisa fin dal 1801 la Toscana - Arno, Ombrone e Mediterraneo - furono così concentrati presso le Prefetture, mentre la documentazione amministrativa più recente restava presso i ricevitori periferici dell'Amministrazione del Registro e Demanio. Dalle singole Prefetture le scritture, che necessitavano di una sistemazione più adeguata, furono poi trasferite a Firenze.
Iniziò così a costituirsi un grande archivio, definito "Archivio del Demanio", collocato agli Uffizi; per il riordino delle carte e la stesura di inventari fu incaricato, il 17 giugno 1808, l'abate Reginaldo Tanzini, che assunse la carica di Commissario speciale. Il successivo decreto del settembre del 1810, con cui venivano soppressi tutti i conventi, ad eccezione di pochissime comunità religiose, incrementò il patrimonio dell'archivio; una parte della documentazione - le pergamene - fu poi estrapolata e destinata al fondo Diplomatico. Negli anni seguenti i beni incamerati furono ceduti ai possessori di luoghi di Monte, col deliberato intento di sanare il debito pubblico toscano.
Nel maggio 1814, ristabilito il governo lorenese, fu istituita l'Amministrazione dei beni ecclesiastici al fine di amministrare i beni residui, che avrebbero dovuto tornare poi alle comunità religiose ripristinate; a questa Amministrazione fu sottoposto l'archivio, definito ora "Archivio dei beni ecclesiastici", la cui direzione fu assegnata a Tanzini.
La necessità, dopo il Concordato con la Santa Sede del 1815, di accedere in modo più immediato alla documentazione dei conventi che sarebbero stati ricostituiti, spinse a istituire un unico grande archivio in cui fossero conservate anche le carte provenienti dalle comunità religiose soppresse del Mediterraneo e dell'Ombrone; il 26 febbraio 1817 fu quindi istituito l'Archivio centrale delle corporazioni religiose soppresse, ed il Tanzini ne fu nominato sovrintendente. Nella stessa occasione fu deciso, su proposta del Tanzini, di procedere ad operazioni di scarto di una parte della documentazione; i criteri adottati intendevano salvaguardare la documentazione di natura amministrativa, ritenuta di interesse primario. Lo scarto proposto dal Tanzini fu tuttavia effettuato diversi anni più tardi, nel 1839 e nel 1842.
Con la nascita dell'Archivio di Stato di Firenze, nel 1852, la documentazione delle Corporazioni religiose soppresse dal governo francese fu versata nel nuovo Archivio di Stato; in quell’occasione l’archivista responsabile, Telemaco del Badia, provvide a compilare degli inventari sommari con rispettiva numerazione di filze e registri per quei fondi che ne risultassero mancanti: il risultato del suo lavoro, effettuato sulla base delle descrizioni apportate da Reginaldo Tanzini, sono i volumi di inventari e indici tutt’ora in uso.
Con l'istituzione degli Archivi di Stato di Siena e Pisa nel 1858 e nel 1860, infine, le carte delle comunità religiose soppresse dei Dipartimenti dell'Ombrone e del Mediterraneo furono trasferite nei rispettivi Archivi di Stato.
Acquisito da: Archivio centrale delle corporazioni religiose soppresse
Descrizione: Il fondo conserva documentazione di natura prevalentemente amministrativa relativa alle Corporazioni religiose che, con i decreti napoleonici del 24 marzo 1808 e del 13 settembre 1810, furono soppresse in Toscana.
Insieme a questa documentazione si segnalano gli "stati di consistenza" stilati dal commissario governativo francese in vista delle soppressioni, conservati nell'archivio di ogni singola comunità religiosa. Sono inoltre presenti atti di processi, testamenti, contratti, ricordi, corrispondenza, registri di decime e documenti relativi ai poderi "di campagna", documenti cartografici.
Ordinamento: L'ordinamento delle carte è quello impresso da Reginaldo Tanzini al momento dell'istituzione dell'Archivio centrale delle corporazioni religiose soppresse, e proseguito da Telemaco del Badia al momento dell'ingresso nell'Archivio centrale dello Stato: è salvaguardata la circoscrizione territoriale della comunità religiosa e, all'interno di questa, la successione alfabetica delle denominazioni dei conventi e monasteri. Un numero univoco identifica il singolo complesso archivistico.
Documentazione collegata:- ASFi, Prefettura dell'Arno. Stati di consistenza delle corporazioni religiose - conserva stati di consistenza delle corporazioni religiose soppresse dal governo francese.
- ASFi, Diplomatico (consultabile online sul sito dell'Archivio di Stato di Firenze) - conserva pergamene e regesti delle corporazioni religiose soppresse.
- ASFi, Camaldoli appendice - conserva la parte più consistente della documentazione relativa al monastero di Camaldoli.
- ASFi, Corporazioni religiose soppresse dal governo italiano - conserva la documentazione relativa alle corporazioni religiose soppresse dal governo italiano.
- ASFi, Auditore dei benefici ecclesiastici poi Segreteria del regio diritto - conserva la documentazione relativa al ripristino di compagnie, monasteri e conventi.
Strumenti di ricerca:La documentazione è stata prodotta da:La documentazione è conservata da:Fonti:- ASFi, Inventari, Corporazioni religiose soppresse, Dipartimento dell'Arno dal n. 111 al n. 262, V/777
- ASFi, Inventari, Corporazioni religiose soppresse, Dipartimento dell'Arno, dal n. 1 al n. 110, V/776
- ASFi, Soprintendenza agli archivi toscani, 32,"Spurgo degli archivi dei conventi soppressi della Toscana Anno 1839-1842"
- ASFi, Soprintendenza agli archivi toscani, 42, "Corporazioni religiose soppresse. Inventari e verbali di versamento"
Bibliografia:- Antonio Panella, Gli archivi fiorentini durante il dominio francese (1808-1814), Firenze, Tipografia Giuntina, 1911
- L. Carratori Scolaro, L'arcivescovo di Pisa Ranieri Alliata e il recupero degli archivi degli enti religiosi soppressi dal governo francese. Il caso particolare delle pergamene della Certosa di Calci, in "Bollettino storico pisano", 85, 2016, pp. 157-191
- Christian Satto, La soppressione degli enti ecclesiastici nella Toscana napoleonica 1808-1814 in Le soppressioni degli Enti ecclesiastici in Toscana. Secoli XVIII-XIX. Nodi politici e aspetti storiografici, a cura di Zeffiro Ciuffoletti, Firenze, Edizioni dell'Assemblea, 2008, pp. 111-162
- Stefano Vitali, Orsola Campanile, Gli archivi delle Corporazioni religiose soppresse e del Monte comune e Demanio in Dagli archivi all'Archivio. Appunti di storia degli archivi fiorentini, a cura di Carlo Vivoli, Firenze, Edifir, 1991, pp. 141-175
- Osanna Fantozzi Micali, Piero Roselli, Itinerari della memoria. Badie, conventi e monasteri della Toscana (province di Firenze, Pisa, Pistoia, Siena), Firenze, Alinea, 1987, pp. 13-40
- Ivo Biagianti, La soppressione dei conventi nell'età napoleonica in La Toscana nell'età rivoluzionaria e napoleonica, a cura di Ivan Tognarini, Napoli, Edizioni scientifiche italiane, 1985, pp. 443-469
- Osanna Fantozzi Micali, Piero Roselli, Le soppressioni dei conventi a Firenze, Firenze, Libreria editrice fiorentina, 1980, pp. 9-54
Redazione e revisione:- Di Stasi Michelina, 2020/04/07, revisione
- Mauro Irene, 12/02/2010, rielaborazione
- Sabbatini Maura, 21-DIC-96, prima redazione