SIAS

Archivio di Stato di Prato

Comunità (Granducato di Toscana), 1774 - 1808

Nella seconda metà del XVIII secolo, con le riforme comunitative volute dal granduca Pietro Leopoldo, l'organizzazione e il funzionamento delle comunità subirono un decisivo mutamento. Vennero fortemente ridimensionate le autonomie di cui fino ad allora avevano goduto molti centri minori il cui territorio venne ricondotto in quello di comunità più ampie coincidenti con le circoscrizioni delle preesistenti podesterie. Le istituzioni che fino a quel momento avevano sorretto il sistema amministrativo periferico furono soppresse con il regolamento generale per il contado e per il distretto del 1774, cui fecero seguito regolamenti particolari per le singole comunità. In ciascuna di esse furono istituiti un Magistrato comunitativo, composto da un gonfaloniere e da un numero di priori che variava per ogni comunità, e un Consiglio generale, formato dai residenti del magistrato comunitativo e dai rappresentanti dei popoli della comunità. I nominativi degli eleggibili venivano estratti da borse distinte, per magistrato e per popolo; nella borsa degli eleggibili al Magistrato (organo amministrativo e deliberativo fondamentale) erano imborsati i nominativi dei proprietari di beni immobili che pagassero un'imposta di decima superiore ad un minimo stabilito; nelle borse dei popoli contenenti i nominativi degli eleggibili al Consiglio (cui spettavano competenze ristrette) erano imborsati sia i possidenti che i mezzadri e gli artigiani. In ogni caso il ruolo di esattore era affidato al camarlingo, al quale facevano capo anche le riscossioni di imposte diverse quali le tasse del macinato, del sale e quelle straordinarie. Questi assetti amministrativi furono interrotti dall'avvento in Toscana, nel 1808, dalla dominazione francese.

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Redazione e revisione:
  • Scheda duplicata dal SIUSA