SIAS

Archivio di Stato di Ancona

Amministrazione del Teatro delle Muse di Ancona

fondo

Estremi cronologici: 1822 - 1943

Consistenza: bb. 41

Storia archivistica: Il fondo è stato depositato dal Comune di Ancona all'Archivio di Stato di Ancona nel 1971 insieme all'archivio storico comunale, al quale era aggregato.
Prima delle attività di riordino ed inventariazione analitica (software Sesamo 4.1), realizzate nel 2010 da Pamela Galeazzi e Daniela Donninelli (con il coordinamento scientifico di Carlo Giaocomini) per conto dell'Archivio di Stato di Ancona e della Soprintendenza archivistica per le Marche, il fondo del Teatro delle Muse era condizionato in 39 faldoni (dal n. 6459 al 6494, con salti di numerazione e alcuni bis) contenenti carte sciolte frammiste, accorpate in cartelline miscellanee distinte unicamente per anno, con la sporadica presenza di fascicoli integri derivanti dall'originaria classificazione archivistica e di non poche buste pluriennali dove erano disordinatamente raccolte una congerie di documentazioni contabili.
A questa cospicua mole di carteggio, nel quale si rilevano comunque ampi vuoti cronologici e lacune seriali, si affianca poi un limitato quantitativo di registri relativi soprattutto all'amministrazione economica dell'ente produttore. L'archivio, infatti, subì gravi perdite e dispersioni a causa dei bombardamenti aerei che colpirono Ancona durante il secondo conflitto mondiale e che danneggiarono il teatro determinandone la chiusura per oltre 50 anni.

Descrizione: Statuti e regolamenti, verbali di assemblea, circolari, registri delle adunanze, registri di protocollo, documentazione relativa alla manutenzione della sede, carteggio con gli impresari teatrali per le stagioni, contabilità, preventivi, consuntivi, registri di cassa, manifesti, giornali, fotografie.

Ordinamento: Il lavoro di riordinamento, che ha interessato l'intero fondo con il puntuale riscontro ed esame di ogni busta - pur mancando una tavola esplicativa recante il titolario ufficiale in base al quale veniva suddiviso il carteggio -, ha permesso una ricostruzione parziale dell'impianto originario di classificazione seguendo la segnatura di protocollo apposta sui singoli atti (ma citata solo in forma numerica e non per epigrafe) e adottata continuativamente dall'istituzione del Teatro delle Muse sino alla metà degli anni quaranta del secolo XIX.
La classificazione del carteggio per titoli e rubriche, come detto in uso dal 1822 al 1845 circa, posta in essere seguendo l'innovativa esperienza della gestione documentale di stampo napoleonico, mostra però un'attuazione spesso incongrua e forse dovuta alla scarsa conoscenza del metodo da parte dell'archivista. Quello che sembra emergere dall'osservazione della ripartizione degli atti è che l'assegnazione di titoli e rubriche risentisse ancora della precedente prassi di formazione delle pratiche con l'unione delle carte per "posizioni", vale a dire secondo una consolidata tradizione archivistica adottata negli uffici di antico regime. La tendenza rilevata nella classificazione dei documenti dell'archivio del Teatro delle Muse, infatti, spesso appare determinata dall'argomento in esso trattato e non dalla natura dell'atto.
Tale singolare applicazione del metodo classificatorio effettuata durante i primi decenni di vita del teatro ha determinato frequenti difficoltà nel lavoro di riordino in merito all'attribuzione seriale dei singoli carteggi. Problemi che si sono ulteriormente acuiti con i documenti cronologicamente successivi a questo periodo, dal momento che essi non presentano più segnature di classificazione, ma unicamente il numero di protocollo assegnato ai singoli fogli. Fatto che lascia intendere come l'uso dell'originario titolario venne sostanzialmente abbandonato, tanto da far tornare integralmente in auge il solo sistema di ripartizione documentale in fascicoli formati per materia-posizione.
Alla fine dell'Ottocento e per alcuni decenni seguenti, inoltre, la prassi adottata dall'archivista subì un ulteriore cambiamento, anche esso in certo modo sfavorevole per una filologica ricostituzione del nostro fondo e che forse fu motivato dall'erronea estensione anche all'archivio delle Muse del titolario ufficiale del carteggio amministrativo dei Comuni italiani, emanato con circolare del Ministero dell'Interno nel 1897.
Le attività di riordinamento, alla luce del generale stato di disordine delle carte e dell'impossibilità di identificare un coerente sistema classificatorio, sono state quindi improntate a ricondurre la documentazione alle serie corrispondenti alle funzioni e competenze dell'ente teatrale, che già dal 1822 si erano evidenziate, vale a dire al titolario d'impianto, l'unico effettivamente documentato e con il quale venne a costituirsi l'archivio del teatro dorico.
L'inventariazione è dunque frutto di un'operazione di "ricostruzione" a posteriori di un'architettura archivistica originaria. Articolazione che nel tempo venne abbandonata senza che tuttavia fosse adottato un continuativo e omogeneo metodo di archiviazione da poter utilizzare per l'intervento effettuato.

Strumenti di ricerca:

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Bibliografia:
  • M. TOSTI CROCE e P. CIARLANTINI (a crua di), "La fabbrica delle meraviglie. Il teatro delle Muse nelle carte d'archivio", il lavoro editoriale, Ancona 2011

Redazione e revisione:
  • Galeazzi Pamela, 2018/06/14, integrazione successiva
  • SIAS, 2012/01/10, prima redazione in SIAS