SIAS

Archivio di Stato di Arezzo

Palazzo Albergotti con l'accesso all'Archivio di Stato di Arezzo

Particolare del fregio di Galileo Chini sulla facciata esterna dell'Archivio di Stato di Arezzo

Cortile interno dell'Archivio di Stato di Arezzo con accesso alla sala Catasto

Soppalco nella sala convegni dell'Archivio di Stato di Arezzo

Palazzo della Cassa di Risparmio in Arezzo all'inizio del Novecento

Archivio di Stato di Arezzo

Il SIAS dell’Archivio di Stato di Arezzo dà accesso alle descrizioni dei complessi archivistici che costituiscono il patrimonio documentario conservato dall’Istituto nonché alle informazioni relative al contesto storico in cui la documentazione è stata prodotta, conservata e utilizzata.

Esso è parte integrante del SIAS, Sistema Informativo degli Archivi di Stato, sviluppato dalla Direzione Generale Archivi e dall’Istituto Centrale per gli Archivi nel quale è descritto il patrimonio archivistico pubblico e privato conservato negli Archivi di Stato italiani.

L'architettura del sistema prevede la descrizione separata, ma correlata, degli istituti di conservazione, dei complessi archivistici, dei loro soggetti produttori e di altre entità appartenenti ai contesti storici in cui questi ultimi hanno operato (contesti storico-istituzionali, profili istituzionali ed ambiti territoriali). Le descrizioni dei complessi archivistici (complesso di fondo, fondo, serie, sottoserie) sono corredate da schede relative alla bibliografia, alle fonti, a tipologie documentarie, nonché agli strumenti di ricerca (inventari, guide, elenchi, ecc.), che danno diretto accesso a quelli pubblicati online, quando esistenti.

L’Archivio di Stato di Arezzo non era compreso nella precedente versione del SIAS. L’attività di redazione delle schede è stata avviata nel 2021. Via via che le descrizioni vengono completate, esse sono messe a disposizione del pubblico.

Al momento della sua istituzione, l’Archivio di Stato di Arezzo aveva visto confluire nella sua prima sede fondi archivistici provenienti in gran parte dal Comune antico e dalla Cancelleria comunitativa di Arezzo, da istituzioni religiose cittadine, ospedali, chiese.

L'insieme dei fondi originari non risale, salvo poche eccezioni, oltre l'anno 1384 quando la Cancelleria comunale, e con essa l'archivio, vennero incendiati nel corso delle vicende che portarono alla sottomissione di Arezzo a Firenze. A partire dal 1885 Ubaldo Pasqui aveva riunito la documentazione in un unico complesso documentario, dotandolo di uno strumento di consultazione.

Le nuove acquisizioni, intervenute successivamente al trasferimento dell'Istituto dai locali del palazzo comunale alla più ampia sede attuale (1960), ne hanno fortemente aumentato il patrimonio documentario: l’Archivio è venuto in possesso, a diverso titolo, di fondi di uffici periferici dello Stato (amministrativi, giudiziari e finanziari) e, in genere, di carte di istituzioni moderne, pubbliche e private, di fondi di imprese (di grande interesse per la storia della città, come la fonderia Bastanzetti e la Sac-FEM) e di famiglie (come Albergotti, Fossombroni, Tommasi Aliotti, Vasari per citare le più rilevanti).