fondo
Altre denominazioni:- Archivio notarile comunale di Morro d'Alba
Estremi cronologici: 1503 - 1812
Consistenza: voll. 90
Storia archivistica: Le notizie più antiche sulla storia archivistica del fondo si ricavano da un inventario, attualmente conservato presso l'Archivio di Stato di Ancona e datato 12 giugno 1812, quando Morro (oggi Morro d'Alba) era compresa nel Dipartimento del Metauro. L'inventario fu compilato da Filippo Bonvini, delegato della Camera di disciplina notarile, e ci informa che l'Archivio notarile comunale era situato al piano terra del Palazzo comunale di Morro, in una stanza "ben custodita e sicura" e che l'allora sindaco, Domenico Onofri, era anche investito della carica di custode. Il fondo si componeva di circa 227 unità, alcune però in cattivo stato di conservazione, anche in conseguenza di un incendio che lo colpì il 14 febbraio 1737; nel computo si contano protocolli di quaranta notai, alcuni registri di esibite, apoche, atti di visita, rubriche e copie. Il documento informa anche delle circostanze in cui l'inventario venne steso: il materiale documentario doveva essere trasferito a Jesi, e di là all'Archivio generale di Ancona, secondo quanto previsto dal Regolamento sul notariato del 17 giugno 1806.
[espandi/riduci]Con il ripristino dello Stato della Chiesa ed i provvedimenti di concentrazione del 1822, l'Archivio notarile comunale di Morro, che doveva essere concentrato nell'Archivio notarile centrale di Montalboddo, fu conservato per grazia. Dopo l'Unità rimase presso il Comune in forza del R.D. 21 settembre 1880, n. 5642. Venne soppresso e riunito a quello di Ancona con successivo R.D. 15 aprile 1929, n. 685, confluendo quindi all'Archivio di Stato di Ancona con il primo versamento dell'Archivio notarile distrettuale nel 1950. Carlo Accattatis, dell'Archivio di Stato, procedette a riordinare il distrettuale: il materiale documentario dei vari archivi notarili soppressi e confluiti in esso venne fuso, diviso per secolo e, per ciascun secolo, in ordine alfabetico di notaio. Elio Lodolini scrive che all'interno del distrettuale la consistenza del materiale documentario di Morro era di 32 volumi, di 14 notai, dall'anno 1503.
Nel 2006 si è deciso di estrapolare i protocolli di Morro d'Alba dal fondo dell'Archivio notarile distrettuale di Ancona, riordinandoli separatamente e dotandoli di uno strumento di ricerca autonomo.
Descrizione: Rogiti (1503-1805), inventario dell'archivio del 1812. La parte più antica è costituita dai protocolli di 17 notai attivi nella piazza di Morro, organizzati per singolo notaio.
Si segnalano alcuni volumi contenenti atti rogati, oltre che a Morro, a Camerano, Jesi, San Marcello, Monte San Vito, Rosora e altre località limitrofe.
Strumenti di ricerca:La documentazione è stata prodotta da:La documentazione è conservata da:Bibliografia:- E. LODOLINI, Gli archivi notarili delle Marche in "Fonti e studi del corpus membranarum italicarum", III, ed. A.N.A.I., Roma, 1969, 56-57
Redazione e revisione:- Galeazzi Pamela, 2018/08/27, integrazione successiva
- SIAS, 2007/01/29, prima redazione in SIAS