fondo
Altre denominazioni:- Atti dei notai di Belluno
Estremi cronologici: 1392 - 1906
Consistenza: 8587 unità: ua. 8587 in circa bb. 1600
Storia archivistica: La conservazione degli atti notarili prodotti dai notai roganti nel territorio corrispondente all'attuale provincia di Belluno era regolata dalle delibere del Collegio dei notai, che il 28 gennaio 1453 stabilì l'obbligo di consegnare gli archivi dei notai defunti ad un altro notaio del medesimo Collegio entro quindici giorni dal decesso; lo stesso Collegio con un'altra delibera, datata 21 settembre 1467, istituì un ufficio deputato alla registrazione di protocolli e testamenti. Diversamente da quanto accadeva a Feltre, dove gli atti dei notai defunti furono conservati presso la sede del Collegio dei notai della città sin dal XV secolo, solo il 24 novembre 1612 il Collegio dei notai di Belluno stabilì di conservare gli atti dei notai che avevano cessato la propria attività nel Palazzo dei rettori, ma il versamento degli atti in questo archivio di concentrazione divenne regolare solo a partire dal 1687, quando il Collegio provvedette alla designazione di due deputati incaricati di raccogliere, inventariare e versare nella cancelleria pretoria gli atti detenuti illegalmente presso gli eredi dei notai passati a miglior vita.
[espandi/riduci]Nel 1809, in seguito all'istituzione della Camera di disciplina notarile, la documentazione conservata nelle cancellerie pretorie di Belluno, Feltre, Mel, Agordo, Zoldo e Pieve di Cadore venne concentrata nel complesso della scuola di Santa Maria dei battuti, dove è stata conservata fino ad oggi senza soluzione di continuità, salvo il temporaneo trasferimento in locali concessi dalla Prefettura di Belluno, dal 1973 al 1993, ovvero per il tempo necessario alla ristrutturazione del complesso architettonico destinato ad accogliere il neo istituito Archivio di Stato di Belluno.
Risale al 1994 l'atto di versamento in Archivio di Stato del primo e più consistente nucleo di documentazione, che comprendeva gli atti dei notai di antico regime e gli atti dei notai conservati dall'Archivio notarile distrettuale che avevano già maturato i cento anni prescritti dalla legge per l'accesso alla documentazione per fini di ricerca storica; altri versamenti, il più recente dei quali risale al 2010, hanno portato questo complesso archivistico alla sua attuale consistenza.
Nonostante questa continuità nella custodia degli atti dei notai presso le stesse sedi lungo un'arco temporale così ampio, è possibile supporre che molti documenti, soprattutto tra quelli dei notai appartenenti ai Collegi di Feltre e Mel, siano andati dispersi; a riprova di questo vi sono il rinvenimento di un fascicolo di testamenti redatti dal notaio Adriano Alchini di Belluno tra il XVIII e il XIX secolo, versato da parte dell'Archivio notarile distrettuale nel 1998, e il ritrovamento di vari pezzi archivistici versati da parte del comune di Mel nel 1999: un frammento di registro del notaio Cristoforo Gaio (1593-1607), di un protocollo del notaio Vittorio Mozzi (1595), di un notarello del notaio Giovanni Pozzorosso (1716), di due notarelli del notaio Ambrogio Dolce (1719 e 1725) e di un repertorio del notaio Pellegrin Deffendi (1758-1772).
Il lavoro di ordinamento condotto a partire dalla fine degli anni '90 ha consentito di analizzare tanto la documentazione prodotta dalla Camera di disciplina notarile nel corso dello svolgimento delle sue funzioni, quanto quella prodotta dai notai attivi nel territorio corrispondente all'attuale provincia di Belluno e concentrata nell'Archivio notarile distrettuale sin dagli anni successivi alla sua istituzione, dando l'opportunità di distinguere l'archivio proprio dell'ente dal complesso degli archivi dei notai bellunesi.
Sul solco già segnato dai funzionari dell'Archivio notarile distrettuale sin dal XIX secolo, in Archivio di Stato sono stati portati a termine consistenti lavori di indicizzazione della documentazione testamentaria prodotta a partire dal Seicento (G. Migliardi O' Riordan e collaboratori, 1999-2001), di schedatura analitica, di riordinamento e di ricondizionamento dell'intero fondo, corredato oggi anche da inventari analitici, da indici onomastici e toponomastici (D. Bartolini, 2007) e da un elenco topografico (M. Spagni, 2010).
Descrizione: Questo complesso archivistico comprende la documentazione prodotta dai 1.594 notai attivi sul territorio corrispondente all'attuale provincia di Belluno dalla fine del XIV all'inizio del XX secolo. Sono presenti unità archivistiche di diversa tipologia, come registri, cartolari e filze, prodotti dai notai roganti nel territorio della podestaria e capitanato di Belluno, della podestaria e capitanato di Feltre, della comunità di Cadore e delle contee di Mel e di Cesana. Si tratta di documentazione notarile di natura privata (rogatio ad instrumenta) o semi pubblica (rogatio ad acta), nel caso di atti rogati per conto di comunità, confraternite e regole.
Tra la documentazione conservata è presente anche una pergamena: un diploma con sigillo pendente di cera in capsa metallica del notaio Pellegrino Apollonia fu Tiziano (1769).
Ordinamento: La documentazione si articola nei complessi dei singoli notai, all'interno dei quali è ordinata cronologicamente. La pergamene è invece conservata in una scatola d'archivio a parte (Atti dei notai di Belluno, Pergamene e sigilli, b. 1).
Numerazione: ua. 1-7968; le unità di condizionamento non sono numerate, ma riportano sul dorso l'intervallo delle unità archivistiche che contengono; spesso le singole unità archivistiche sono articolate in due o più unità documentarie numerate individualmente (ad es: 13/1, 13/2, 13/3, etc.).
Strumenti di ricerca interni: Il fondo è corredato da indici e repertori compilati tra il XIX e il XX secolo in seno all'Archivio notarile distrettuale di Belluno (v. le schede serie relative a questo fondo).
Riproduzioni: Sono disponibili i microfilm della documentazione sottoposta a restauro.
Strumenti di ricerca:La documentazione è stata prodotta da:La documentazione è conservata da:Bibliografia:- A. GAUDENTIUS, Scripta anecdota glossatorum, III, Bononiae, in aedibus successorum Monti, 1901, pp. 354-367.
Redazione e revisione:- Marzotti Pasqualina Adele, 2017/04/12, revisione
- Spada Roberta, 2007/06/11, prima redazione in SIAS