Nel Regno lombardo-veneto la polizia fu organizzata, a livello provinciale, in Commissariati superiori di polizia. L'ufficio era soggetto a una doppia subordinazione: era posto alle dirette dipendenze delle Direzioni generali di polizia di Milano e Venezia per quanto riguardava i compiti di polizia segreta (geheim Protokoll), in particolare la vigilanza sulla stampa e sulle associazioni e la condotta di impiegati e militari, mentre faceva capo alla locale delegazione provinciale in qualità di ufficio di polizia pubblica e amministrativa. Quest'ultima era divisa in alcuni settori: sicurezza, costumi, beneficenza, sussistenza, sanità preventiva e medica. Le incombenze ordinarie (annona, ornato, traffico stradale, illuminazione notturna, incendi e osservanza delle feste) furono più spesso delegate alle autorità municipali o comunali (come i commissari distrettuali).
In Lombardia i Commissariati superiori di polizia furono soppressi, insieme alle Direzioni generali, con r.d. 8 giu. 1859, mentre nei territori rimasti sotto il controllo austriaco la soppressione fu disposta, dopo l'annessione all'Italia, con r.d. 10 ott. 1866.
Contesti storico-istituzionali di appartenenza:Soggetti produttori collegati:Bibliografia:- S. MORI, La polizia fra opinione e amministrazione nel Regno lombardo-veneto, in «Società e storia», 2004, 559-601
- N. RAPONI, Il Regno Lombardo-Veneto (1815-1859/66), in Amministrazione della giustizia e poteri di polizia dagli Stati preunitari alla caduta della Destra. Atti del LII Congresso di storia del Risorgimento italiano (Pescara, 7-10 novembre 1984), Roma, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 1986, 93-157
- Regio decreto 8 giu. 1859, n. 3425, che provvede all'amministrazione delle Provincie di Lombardia, in Raccolta degli atti del Governo di Sua Maestà il Re di Sardegna, XVIII.1, Torino, Stamperia reale, s.d., 621-630
Redazione e revisione:- Lanzini Marco, redazione centrale, 2018/07/20, prima redazione